Santa Maria di Leuca è la cittadina che si trova tra i due mari, conosciuta per il Santuario che si innalza sulla parte più alta del promontorio e per le sue ville del fine '800, di stile orientale e neoclassico.
Doppiata Punta Ristola, il paesaggio cambia sensibilmente. Alla costa alta e selvaggia, subentrano scogliere più basse e distese di sabbia, terre rosse e vigne, interrotte da torri cinquecentesche e da spiagge attrezzate con strutture ricettive e villaggi turistici. Storie di barbaresche incursioni danno il nome alle singole località: Torre dell’Omo Morto e Torre Marchiello (Castrignano del Capo), Torre Vado (Morciano di Leuca), Torre Pali (Salve), Torre Mozza e Torre San Giovanni (Ugento), Torre Suda (Racale).
Di particolare interesse, per i naturalisti, in questo tratto di costa, i bacini di Ugento, che rappresentano un’altra straordinaria riserva naturale, zona umida caratterizzata dall’habitat palustre di giunchi e canne (che vanno ad alimentare una delle attività più tipiche dell’artigianato salentino) e dal transito di splendidi uccelli come i cigni reali. «Paiare» e muretti a secco punteggiano la costa finché lo Ionio non svela in tutto il suo splendore Gallipoli, la città «bella» («kalè polis», in greco), apparentemente un’isola nel mare, con le cupole abbaglianti delle sue chiese.
Giustamente famosa, Gallipoli è, con Lecce, con Otranto e con Leuca, una delle meraviglie del Mediterraneo e merita una sosta prolungata. Il borgo medioevale, i vicoli tortuosi e stretti che irrompono fin dentro le case, i bastioni, il castello, le chiese, la fontana greca rimaneggiata in epoca rinascimentale, i palazzi baronali rappresentano un’attrazione che raramente una città può dare e rendono altamente istruttiva una vacanza consumata nell’abbraccio caldo della sua ospitalità. E poi il bianco delle sue case, il bianco che abbaglia, su cui si staccano i giardini fioriti ai balconi e alle finestre, come in una corte lusitana, e poi i profumi del mare, la sua gente cotta dal sole e da venti di bufera e di sale. Al mare guardano la chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo «Malladrone», l’orrida bellezza di memoria dannunziana, e la «Purità» degli scaricatori di porto.
Lido Conchiglie, una distesa di dune, la spettacolare Montagna Spaccata, ed è subito la riviera di Nardò: Santa Maria al Bagno, già famosa per le sue terme e per il porto romano, ridente località balnerare, e Santa Caterina, protetta dalla «Torre dell’Alto» che la domina dal «dirupo della Dannata» e dall’omonima torre del XVII secolo.
Notevole in questa zona il Parco naturalistico di Portoselvaggio, con la Grotta del Capelvenere e la Grotta di Uluzzo, mentre invitanti e trasparenti sono le acque della Baia di Uluzzo, con gli archivi della preistoria nelle grotte del Cavallo e di Uluzzo. Un cenno a parte merita la «Palude del Capitano», pozzi e anfratti carsici dove i profumi delle tamerici, della salvia, dei giunchi spinosi e della flora mediterranea si fondono con i colori intensi delle acque risorgive del mare, offrendo l’ambiente ideale per molte specie animali.
A ricordarci tempi di perenni allarmi e di incursioni, ecco ancora una volta di scena le torri. Da Torre Inserraglio, Torre Sant’Isidoro e Torre Squillace, sempre in territorio neretino, alla superba Torre Porto Cesareo e a Torre Chianca (Porto Cesareo), la costa segue un andamento nodoso, intercalata da calette e piccole insenature con acque purissime. Porto Cesareo, già centro basiliano, è oggi un notevolissimo centro turistico, con 17 chilometri di spiagge attrezzate guardate a vista da un arcipelago di isolotti, il più noto dei quali è l’Isola dei Conigli.